domenica 25 gennaio 2009

E Adesso trasferiteci tutti


Il CSM Sospende Luigi Apicella e trasferisce Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani.



E’ accaduto, Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi sono stati trasferiti e Luigi Apicella è stato sospeso dall’incarico perché hanno fatto il loro mestiere.


La loro colpa è solo quella di aver legittimamente, come ha confermato il tribunale del riesame di Salerno, emesso un provvedimento che non è piaciuto al Potere.


Questa volta però i colleghi non si sono girati dall’altra parte e hanno chiesto un assemblea all’ANM per discutere dell’accaduto, si legge sul documento: La gravità e l’urgenza delle sanzioni cautelari adottate nei confronti dei predetti colleghi ha sconvolto non solo l’organizzazione della Procura della Repubblica di Salerno, ma anche le nostre coscienze, considerato che abbiamo potuto apprezzare la indiscutibile professionalità, serietà, onestà e correttezza degli stessi durante i lunghi periodi di lavoro comuneContrariamente a quanto affermato dal presidente dell’ANM all’indomani di dette decisioni, non ci sentiamo di sostenere con eguale convinzione che nel caso di specie “il sistema” abbia dimostrato di avere adeguati “anticorpi”, anche perché gli stessi provvedimenti di perquisizione e sequestro valutati negativamente in sede disciplinare hanno ricevuto, invece, un diverso giudizio in sede di impugnazione dal Tribunale competente che ne ha confermato la legittimità.
Ciò premesso ci chiediamo e vi chiediamo, non solo nella qualità di magistrati della Procura della Repubblica di Salerno, ma anche di cittadini italiani, quali siano gli attuali limiti della autonomia ed indipendenza della magistratura, se provvedimenti giudiziari vengono valutati così diversamente nelle deputate sedi processuali e disciplinari al punto da anticipare alla fase cautelare sanzioni tanto gravi, soprattutto la sospensione dalle funzioni di Magistrato del dott. Apicella, che non hanno certo numerosi precedenti simili nella storia della Sezione Disciplinare del CSM.
Non possiamo non esprimere, pertanto la nostra preoccupazione, non solo per il futuro di questa Procura, ma dell’intera magistratura e, quindi, chiediamo che chiediamo che venga al più presto convocata una assemblea urgente e straordinaria per confrontarci e chiarirci tutti insieme sugli attuali e futuri contenuti della autonomia e indipendenza della Magistratura Italiana.
Salerno, 20 gennaio 2009
I magistrati della Procura della Repubblica di Salerno”


Dal canto suo l’ANM risponde con un documento che definire orrendo è poco.


Iniziamo dal titolo: “ Le istituzioni prima di tutto” è terrorizzante, sono la costituzione e la legge ad essere innanzitutto.


Articolo 101:”«i giudici sono soggetti soltanto alla legge»


Articolo 107”«i magistrati sono inamovibili»


E ancora:”Il ruolo istituzionale dell’A.N.M. impone quindi sempre il rispetto per le decisioni delle Istituzioni, anche quando queste decisioni riguardano i magistrati, che sono soggetti alla legge come tutti i cittadini.”


Vi rendete conto, è come dire : il Potere prima di tutto e il ruolo del Potere impone di sottostare alle sue decisioni, soprattutto quando riguardano cittadini comuni.


La parola legge è inserita in modo da confondere le idee, se leggete bene frase per legge è chiaramente intesa la decisone del CSM.


Siamo di fronte ad uno sconvolgimento delle regole, questo è un precedente pericolosissimo.


Riporto la lettera con cui Gabriella Nuzzi ha rassegnato le dimissioni dall'ANM:



Alla Associazione Nazionale Magistrati - ROMA
Signor Presidente,
Le comunico, con questa mia, l’irrevocabile decisione di lasciare l’Associazione Nazionale Magistrati.
Il plauso da Lei pubblicamente reso all’ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso.
Oltraggioso per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato.
Sono stata, nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario.
Per bocca sua e dei suoi amici e colleghi, la posizione dell’Associazione era già nota, sin dall’inizio.
Quale la colpa? Avere, contrariamente alla profusa apparenza, doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, tali ritenuti nelle sedi giurisdizionali competenti.
Avere risposto ad istanze di verità e di giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata.
Né lei, né alcuno dei componenti dell’associazione che oggi degnamente rappresenta ha sentito l’esigenza di capire e spiegare ciò che è davvero accaduto, la gravità e drammaticità di una vicenda che chiama a riflessioni profonde l’intera Magistratura, sul suo passato, su ciò che è, sul suo futuro; e non certo nell’interesse personale del singolo o del suo sponsor associativo, ma in forza di una superiore ragione ideale, che è – o dovrebbe essere – costantemente e perennemente viva nella coscienza di ogni Magistrato: la ricerca della verità.
Più facile far finta di credere alla menzogna: il conflitto, la guerra tra Procure, la isolata follia di “schegge impazzite”.
Il disordine desta scandalo: immediatamente va sedato e severamente punito.
Il popolo saprà che è giusto così.
E il sacrificio di pochi varrà la Ragion di Stato.
L’Associazione non intende entrare nel merito. Chiuso.
Nel dolore di questi giorni, Signor Presidente, il mio pensiero corre alle solenni parole che da Lei (secondo quanto riportato dalla stampa) sarebbero state pubblicamente pronunciate pochi attimi dopo l’esemplare “condanna”: “Il sistema dimostra di avere gli anticorpi”.
Dunque, il sistema, ancora una volta, ha dimostrato di saper funzionare.
Mi chiedo, allora, inquieta, a quale “sistema” Lei faccia riferimento.
Quale il “sistema” di cui si sente così orgogliosamente rappresentante e garante.
Un “sistema” che non è in grado di assicurare l’osservanza minima delle regole del vivere civile, l’applicazione e l’esecuzione delle pene?
Un “sistema” in cui vana è resa anche l’affermazione giurisdizionale dei fondamentali diritti dell’essere umano; ove le istanze dei più deboli sono oppresse e calpestato il dolore di chi ancora piange le vittime di sangue?
Un “sistema” in cui l’impegno e il sacrificio silente dei singoli è schiacciato dal peso di una macchina infernale, dagli ingranaggi vetusti ed ormai irrimediabilmente inceppati?
Un “sistema” asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti e continuare a costellare la carriera di brillanti successi?
Mi dica, Signor Presidente, quali sarebbero gli anticorpi che esso è in grado di generare? Punizioni esemplari a chi è ligio e coraggioso e impunità a chi palesemente delinque?
E quali i virus?
E mi spieghi, ancora, quale sarebbe “il modello di magistrato adeguato al ruolo costituzionale e alla rilevanza degli interessi coinvolti dall’esercizio della giurisdizione” che l’Associazione intenderebbe promuovere?
Ora, il “sistema” che io vedo non è affatto in grado di saper funzionare.
Al contrario, esso è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte.
E io non voglio farne parte, perché sono viva e voglio costruire qualcosa di buono per i nostri figli.
Ho giurato fedeltà al solo Ordine Giudiziario e allo Stato della Repubblica Italiana.
La repentina violenza con la quale, in risposta ad un gradimento politico, si è sommariamente decisa la privazione delle funzioni inquirenti e l’allontanamento da inchieste in pieno svolgimento nei confronti di Magistrati che hanno solo adempiuto ai propri doveri, rende, francamente, assai sconcertanti i vostri stanchi e vuoti proclami, ormai recitati solo a voi stessi, come in uno specchio spaccato.
Mentre siete distratti dalla visione di qualche accattivante miraggio, faccio un fischio e vi dico che qui sono in gioco i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della Giurisdizione.
Non gli orticelli privati.
Non vale mai la pena calpestare e lasciar calpestare la dignità degli esseri umani.
Per quanto mi riguarda, so che saprò adempiere con la stessa forza, onestà e professionalità anche funzioni diverse da quelle che mi sono state ingiustamente strappate, nel rispetto assoluto, come sempre, dei principi costituzionali, primo tra tutti quello per cui la Legge deve essere eguale per deboli e potenti.
So di avere accanto le coscienze forti e pure di chi ancora oggi, nonostante tutto, crede e combatte quotidianamente per l’affermazione della legalità.
Ed è per essa che continuerò sempre ad amare ed onorare profondamente questo lavoro.
Signor Presidente, continui a rappresentare se stesso e questa Associazione.
Io preferisco rappresentarmi da sola.
Dott.ssa Gabriella NUZZI
Magistrato



Non Lasciamoli soli!



Manifestazione a sostegno di Apicella

domenica 18 gennaio 2009

Balle televisive

Anche questa settimana è andato in onda a Porta a Porta il solito teatrino per festeggiare il novantesimo compleanno di Andreotti.
Presenti, Cossiga, Casini, l’avvocato ( di Anderotti) Bongiorno e altre comparse , bene il punto principale della serata era far credere al pubblico che Andreotti è stato assolto da tutte le accuse.
Comincia Cossiga riferendosi a Caselli, Procuratore della Repubblica ed erede naturale di Falcone secondo molti, che se fossimo stati in un altro stato sarebbe stato preso a calci nel sedere.
La sua colpa secondo Cossiga è quella di andare ingiro per le università ( compresa quella di Cossiga) a spiegare che in realtà Andreotti non è stato assolto ma prescritto.
In seconda battuta ecco l’avvocato difensore (Bongiorno) che sostiene che l’unico neo è quello di non essere riuscita a dimostrare a falsità di alcuni pentiti, solo perché questi non hanno saputo indicare il periodo in cui avessero avuto amicizie con Andreotti, e quindi senza riferimenti non poteva dimostrare che Andreotti fosse da un'altra parte.
Per sopraggiunta prescrizione, secondo la Bongiorno non si è potuto tornare indietro a dimostrare la completa innocenza di Andreotti.
Beh che dire?..
Innanzitutto per un reato grave coma l’associazione esterna alla mafia alla prescrizione bisognerebbe rinunciare, se si è innocenti si fa di tutto per dimostrarlo.
Per quanto riguarda Cossiga non credo ci siano parole per dimostrare l’assoluta mancanza di stile, Caselli era ed è uno dei migliori magistrati che l’Italia abbia mai avuto, durante il suo periodo a Palermo la Giustizia ha ottenuto risultati grandiosi.
Su Bruno Vespa nemmeno mi esprimo, prostrato ai piedi di Andreotti non ha fatto una piega mentre Cossiga e la Bongiorno riempivano la testa del pubblico di stupidaggini.
Per completezza riporto le ultime righe della sentenza della Corte d’appello di Palermo, confermata dalla Cassazione, sul caso Andreotti.

PER QUESTI MOTIVI

La Corte, visti gli artt. 416, 416bis, 157 e ss., c.p.; 531 e 605 c.p.p.; in parziale riforma della sentenza resa il 23 ottobre 1999 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Andreotti Giulio ed appellata dal Procuratore della Repubblica e dal Procuratore Generale, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera deI 1980, per essere Io stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza.
Visto l’art. 544, comma 3, c.p.p.; indica in giorni novanta il termine entro il quale verranno depositate le motivazioni della sentenza.
Palermo, lì 2 maggio 2003.

IL CONSIGLIERE est. IL PRESIDENTE
(Dr. Mario Fontana) (Dr. Salvatore Scaduti)

Lascio a voi la valutazione dei fatti.

sabato 10 gennaio 2009

Il metodo cerchiobottista

Il procuratore generale della Corte di Cassazione Vitaliano Esposito, ha chiesto alla sezione disciplinare di trasferire ad altra sede ed ad altro incarico il procuratore di Salerno Luigi Apicella.

E’ in arrivo l’ondata di provvedimenti in conseguenza della tanto pubblicizzata, quanto inesistente, guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro.

Il 10 gennaio, con una camera di consiglio straordinaria, il CSM deciderà se trasferire o no Luigi Apicella, quale sia la mancanza disciplinare commessa non si sa ma il metodo cerchiobottista prevede una serie di mosse.

Innanzitutto far credere alla gente che ci sia una guerra tra procure senza spiegare cosa sia realmente accaduto, in seconda battuta trasferirne uno di qua e uno di la (un colpo al cerchio e uno alla botte) dando in pasto all’opinione pubblica una soluzione equa.

Cosa è accaduto in realtà, dopo il trasferimento di De Magistris ad opera del CSM per gravi mancanze disciplinari, risultate poi inesistenti ( ne descriveremo i dettagli nelle prossime settimane), la procura competente (su Catanzaro è competente Salerno, su Salerno Napoli) riceve gli esposti di De Magistris e dei suoi accusatori e comincia ad indagare.

Dopo mesi di indagini archivia la posizione di De Magistris perché scopre che le accuse sono inesistenti e decide invece di approfondire le indagini sui suoi accusatori (Gli Ex colleghi), dopo aver chiesto per quasi un anno i documenti dell’inchiesta Why Not a Catanzaro senza averli ricevuti, emette un decreto di perquisizione e va a prenderseli come si fa con ogni cittadino comune, i magistrati di Catanzaro devono rispondere al loro Giudice (Salerno), proprio come noi.

Secondo i PM Gabriella Nuzi, Dionigi Verasani e il loro responsabile Luigi Apicella, De Magistris era costretto a lavorare "in un contesto giudiziario fortemente condizionato da interessi extragiurisdizionali, talvolta illeciti, perché ci sono magistrati legati ad avvocati, imputati".

Da parte loro i magistrati Calabresi, invece di comportarsi come ogni cittadino innocente farebbe, ovvero sottoporsi al giudizio del Giudice, definiscono il comportamento dei PM salernitani un “atto eversivo” li controindagano e controsequestrano i documenti.

E’ come se io domani fossi indagato da un Giudice e, invece di andare a chiarire la mia innocenza, decido di controindagarlo.

Al massimo avrebbero potuto rivolgesi al tribunale del riesame o alla procura di Napoli (competente su Salerno) e manifestare le loro doglianze.

Fino a questo momento il CSM, pur informato costantemente dai giudici salernitani, non fa una piega, si muove col metodo cerchiobottista, solamente dopo la reazione calabrese.

C’è da considerare una situazione particolare, tra i membri del CSM che si sono occupati di De Magistris c’è Giulio Romano, lui può permettersi tranquillamente di intrattenere rapporti strettissimi con l’ex Governatore Calabrese Chiaravalloti e con la sua famiglia, nonostante questi fosse uno degli indagati da De Magistris, senza che nessuno si chieda se la sua decisione è stata presa in libertà.

Se in Italia ci fosse un informazione attenta a queste cose, la gente sarebbe in grado di farsi un idea propria e rendersi conto della legittimità o meno delle decisioni prese dagli organi costituzionali come il CSM.

Invece cosa accade, accade che il giornalista che più da vicino segue la faccenda vede utilizzato sulla propria pelle il metodo cerchiobottista e viene sollevato dall’incarico.

Parlo di Carlo Vulpio giornalista del Corriere della Sera, cito dal suo blog: “Con una telefonata, il mio direttore, Paolo Mieli, ha dichiarato concluso il mio viaggio fra Catanzaro e Salerno, Potenza e San Marino, Roma e Lamezia Terme. Un viaggio cominciato il 27 febbraio 2007, quando scoppiò “Toghe Lucane” (la terza inchiesta di de Magistris, con “Poseidone” e “Why Not”). Un viaggio che mi fece subito capire che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima all’interno della magistratura e in Italia.”

Loro non molleranno mai….. ma noi nemmeno passate parola

martedì 6 gennaio 2009

La Democrazia digitale

Consiglio a tutti la visone di questo filmato e passate parola

domenica 4 gennaio 2009

Il pregiudicato Sgarbi e la cittadinanza onoraria di Salemi alla vedova di Borsellino.



Il pregiudicato Sgarbi ne ha tentata una delle sue, venuto a conoscenza che la vedova di Borsellino, in visita ad alcuni parenti a Salemi (Paese di cui Sgarbi è sindaco), stava visitando il presepe vivente della città, ha organizzato un vero e proprio agguato.

Per offrire all'opinione pubblica un immagine di se completamente diversa dalla realtà Sgarbi organizza un accoglienza in pompa magna per Agnese Borsellino e le offre la cittadinanza onoraria della città.

In quel momento Agnese Borsellino, “colta tra i suoi affetti e improvvisamente circondata da un manipolo di parigrado di Sgarbi, non ha pensato, o magari non lo ha mai saputo, visto che tanto poco ne parlano i giornali, che il soggetto Sgarbi non è solo stato condannato per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato ma soprattutto nel 1998 è stato condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli (Benny Calasanzio)”, non si rende conto e rimane vittima della situazione.

La cosa fa immediatamente il giro delle agenzie tant'è che il Corriere della Sera il 28 dicembre pubblica un articolo a firma di Felice Cavallaro in cui vengono raccontati i fatti in un modo un po strano: secondo Cavallaro alcuni fantomatici amici di Borsellino avrebbero definito “Uno scandalo” le parole di Agnese Borsellino: “felicissima della scelta di Sgarbi che ha scelto di fare il sindaco in una cittadina siciliana” e ancora:”Vedo nel lavoro di Sgarbi un'azione missionaria. Convinta che, grazie anche lui, comincerà una nuova stagione... Auguriamoci che ci siano tanti Vittorio Sgarbi che possano portare qualcosa di nuovo in altre realtà della Sicilia” parole dette, come sappiamo senza conoscere i precedenti di Sgarbi.

L'articolo del Corriere ha provocato un dura reazione da parte della famiglia Borsellino sfociata con due lettere scritte da Manfredi Borsellino, una a Felice Cavallaro e una al Direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli.

Intanto Sonia Alfano e Salvatore Borsellino chiedono alla Vedova di Paolo di valutare bene la proposta di Sgarbi

Vittorio Sgarbi ha davvero un gran faccia tosta, lui che è stato condannato per diffamazione per aver definito il Procuratore Antimafia Caselli, considerato l'erede naturale di Borsellino, “Verme infetto” tenta una mossa a sorpresa.

Fa l'unica cosa che sa fare, inventarsi un immagine diversa dalla realtà: si fa vedere in compagnia della vedova di Borsellino, gli offre addirittura la cittadinanza onoraria di Salemi in modo che l'opinione pubblica lo scambi per una persona seria.

Per fortuna esiste un luogo dove le balle vengono subito a galla, la rete è cinica non si può prendere in giro la gente che si informa attraverso la rete e non con i Giornali e le TV.

L'unico favore che Sgarbi può fare alla cittadinanza di Salemi è quello di dimettersi da Sindaco

venerdì 2 gennaio 2009

Cos'è la prescrizione

La durata del processo è importantissima, sia per il cittadino parte offesa, sia per l’imputato innocente.
Il raggiungimento della sentenza vorrebbe dire, per il primo il risarcimento del danno e per il secondo la fine di un calvario.
La stessa cosa non si può dire, invece, per l’imputato colpevole: si può essere condannati solo se non è trascorso il tempo necessario perché il reato di cui si è imputati sia considerato prescritto.
Quando è maturata la prescrizione, anche se l’imputato è considerato colpevole, il reato viene dichiarato estinto e nessuna pena può essere comminata. (il Giudice se ritiene che lì imputato sia innocente lo deve dichiarare, anche se il reato è prescritto; quindi una sentenza di prescrizione è sempre una sentenza che ha accertato la colpevolezza).
E’ quindi evidente che un imputato colpevole ha tutto l’interesse che venga raggiunta la prescrizione.
Il termine di prescrizione è stabilito dall’Art. 157 del codice penale, dipende dalla pena massima prevista per il reato, più questa è alta più lungo è il termine di prescrizione; si va dai 30 anni per l’omicidio ai 5 anni circa per una contravvenzione.
In realtà i tempi di prescrizione possono essere molto più corti, se un reato di falso in bilancio commesso nel 2003 non viene denunciato nel 2007, dopo solo 4 anni, viene considerato prescritto.
Qui qualcuno potrebbe obbiettare che il legislatore ha predisposto un meccanismo che risolve il problema: se uno è un delinquente conclamato i termini di prescrizione aumentoni e lo si può condannare di nuovo.
Questa cosa fa molta impressione ai cittadini ignari di cose giudiziarie.
In realtà, questo meccanismo funziona solo con i ladri di polli, quei poveretti che vengono beccati a rubare in un supermercato, non vale invece per chi falsifica bilanci, evade le tasse o corrompe pubblici ufficiali.
Questa persona è sempre incensurata, non ha mai rubato un pezzo di formaggio o picchiato un carabiniere perché gli chiedeva i documenti la cosa più triste è che è destinato a rimanere incensurato per sempre perché i processi che contano non arrivano mai a sentenza di condanna.
L’obbiettivo è la prescrizione… passate parola
Loro non molleranno mai… ma noi nemmeno

Attacco ad Annozero




Basta con i processi mediatici in tv. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso del pranzo con gli eurodeputati azzurri, facendo riferimento alla puntata di Annozero andato in onda ieri sera che lui stesso avrebbe seguito in tv. In particolare il premier, secondo quando riferito da diversi partecipanti, si è soffermato sulla parte in cui due attori in una sorta di fiction recitavano il ruolo del giudice e dell’imputato avendo come testi le intercettazioni alla base delle indagini in corso a Napoli. "È una cosa inaudita -ha detto il premier ai presenti - a cui bisogna porre un rimedio. Nel nostro Paese ci sono tre gradi di giudizio, non è possibile assistere a certe cose" (Il Giornale del 20 dicembre 2008).


Le parole del Presidente del Consiglio sembrano annunciare un azione “a cui bisogna porre un rimedio” nei confronti di Annozero, mentre il fedele Vespa può tranquillamente diffondere nell'etere tutte le intercettazioni che vuole senza temere nulla.


E' proprio vero fare da maggiordomo al Potere paga, in Italia.